Se hai un blog — professionale o personale — su WordPress, hai a disposizione due strumenti utilissimi per organizzare i contenuti: categorie e tag. Qual è la differenza tra i due e in che modo ti aiutano a rendere il tuo blog più efficace?
NOTA. Siccome non sono un’esperta di SEO, questo post tratta di categorie e tag come strumenti per migliorare il blog dal punto di vista della user experience. Non ci troverai, insomma, informazioni tecniche su come usare categorie e tag in ottica SEO.
Le categorie: i macroargomenti del tuo blog
Prima di aprire un blog, una delle domande da farti è: di cosa parlerò nel mio blog? Se il tuo blog è legato alla tua professione, gli argomenti che affronterai saranno quelli di cui parli tutti i giorni con le tue clienti, così da acquisire autorevolezza e migliorare il tuo posizionamento. In più, probabilmente avrai voglia di trattare temi più personali ma sempre legati alla tua professione, in modo da creare una connessione empatica e un’immedesimazione con il tuo pubblico. Le categorie del tuo blog saranno, quindi, i macroargomenti che tratterai nei tuoi post.
A cosa servono le categorie
Le categorie del blog sono lo strumento che WordPress ti mette a disposizione per fare ordine tra i tuoi contenuti e, al contempo, fornire alla tua lettrice una mappa per orientarsi. Sotto ogni categoria puoi raggruppare tutti i post che trattano uno dei macroargomenti che hai scelto (ogni categoria ha anche un permalink univoco che puoi condividere o linkare dove vuoi). Cliccando sulla categoria, la tua lettrice avrà in uno stesso spazio virtuale tutti i post che hai scritto fino a quel momento sul macroargomento in questione. Quante categorie dovresti avere? Si consiglia di averne da quattro a sei. Se sono argomenti generali, non possono essere troppo specifici ma è importante che il tuo blog abbia dei paletti, oltre i quali non sconfinare. In ogni caso, una buona regola è assegnare a un post un’unica categoria, altrimenti l’organizzazione degli articoli diventa confusionaria.
Le categorie servono:
- A te, per avere sempre sott’occhio i temi da trattare e per non divagare.
- Al tuo pubblico, per non perdersi e puntare dritto all’argomento di suo interesse.
- Al posizionamento dei post sui motori di ricerca: le categorie sono indicizzate da Google (ma qui non mi spingo oltre, perché la SEO non è il mio campo di competenza).
Come trovare le categorie del tuo blog
Assodato che le categorie di un blog sono importanti e molto utili, prima di sceglierle a caso, fai un’operazione di brainstorming. Pensa al tuo business e poniti una serie di domande:
- Qual è il perché della mia attività?
- Quali sono i bisogni, le difficoltà, i desideri e i problemi della mia cliente ideale?
- Io come la aiuto?
- Quali sono i valori, l’etica, la vision e la mission della mia attività?
- Quali sono i punti di contatto con la mia cliente ideale?
In questa fase, mantieniti abbastanza sul vago, proprio perché ti servono argomenti generici. Se, nel rispondere a queste domande, noti che alcune parole chiave si ripetono, bingo: hai le tue categorie. Io, ad esempio, tra le mie categorie ho scelto scrittura e storytelling perché sono come due aspetti di una stessa medaglia. La categoria scrittura mi serve per i contenuti più tecnici, come questo post che stai leggendo, mentre lo storytelling raggruppa post che riguardano l’arte di raccontare. Un suggerimento: fa’ in modo che la categoria sia breve, ossia composta di una sola parola o di due, tre parole al massimo.
I tag: le etichette che rendono più specifici i tuoi argomenti
Se le categorie sono temi generici, i tag sono molto più specifici e circostanziati. Non sono sotto-categorie, quindi non dipendono da una categoria-madre, ma possono essere trasversali a più categorie. Sono delle parole chiave — e per parola chiave si intende anche un’insieme di più parole — che identificano un argomento specifico trattato in un post. Nel mio caso, ad esempio, uno dei miei tag è blog. Ne posso parlare in modo più tecnico sotto la categoria scrittura, oppure in modo meno convenzionale sotto la categoria creatività.
In che modo i tag sono diversi dalle categorie
A differenziare categorie e tag è il modo in cui si usano. Le categorie sono come il genere di un romanzo — d’amore, giallo, autobiografico…— mentre i tag scendono più in profondità nell’argomento del post. Ecco perché di solito si associano più tag a un unico post: i temi specifici trattati in ogni articolo sono diversi e i tag funzionano come una sorta di sommario. Ad esempio, se scrivo un post nella categoria scrittura che ha come tag blog, comunicazione e ispirazioni, puoi farti un’idea del post ancor prima di leggerlo e anche decidere a priori se è potenzialmente di tuo interesse.
Come scegliere i tag
Riprendi le domande a cui hai risposto per le categorie e sii più specifica. Scegli degli argomenti ricorrenti che siano caratterizzanti e circoscritti e che ti rappresentino. Scegline al massimo una decina (c’è chi ne consiglia fino a trenta). Per esperienza, ti suggerisco di riportarli in un file o di annotarli su un quaderno, così da averli sempre a portata di mano. È vero che puoi consultarli anche nel backend del sito ma io trovo più comodo averli sulla prima pagina del mio quaderno dedicato al blog. Ricordarti quali sono i tag che hai scelto ti aiuterà a non essere dispersiva e a non avere più tag diversi simili tra loro, tipo esercizi di scrittura ed esercizi di scrittura autobiografica. Siccome anche i tag sono cliccabili e raggruppano tutti gli articoli contrassegnati da quello stesso tag, se hai tag simili il rischio è di trovarti con gruppi che contengono magari un solo post. Quindi, anche i tag vanno scelti a monte e con strategia. Per completezza ti informo che le categorie in un blog sono, se non imprescindibili, fortemente consigliate, mentre ci sono molte persone che non usano i tag, ritenendoli superflui. A mio avviso i tag sono uno strumento per agevolare il lettore e, proprio per questo, vale la pena usarli.