Mortifera è il mio darkside. Con lei ho iniziato un dialogo un po’ scanzonato, che mi ha permesso di conoscerla e di entrare in connessione con una parte importante di me. Mortifera è una ragazza poco più che adolescente, che ha uno sguardo disincantato sulla vita e un ego smisurato. Si esprime con espressioni colorite, attingendo talvolta al dialetto napoletano.
In questo nuovo episodio, il mio darkside risponde a una serie di domande fittizie, come se la stessero intervistando per una rivista di moda e costume. Ci rivela le sue passioni e ci spiega meglio in cosa consiste il suo “sporco lavoro”.
DISCLAIMER: il linguaggio di questo post potrebbe urtare la tua sensibilità perché a tratti è un po’ sboccato. Ma si sa, al darkside non si comanda.
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[Grazie per averci concesso quest’intervista, Mortifera]
[La prego, mi chiami pure Morty]
[Morty, lei è diventata un’icona di stile e tendenza. Prima di lei non si era mai visto un darkside così spietatamente irriverente e, al contempo, così glam. Ci dica: come si sente nel suo ruolo? Quali aspetti ritiene di interpretare al meglio e quali, invece, le risultano più difficili da gestire?]
[La ringrazio per i complimenti. Del resto, non posso darle torto. Sarei forzatamente modesta se cercassi di minimizzare: che io sia figa è innegabile. Sa, il ruolo di darkside è venuto naturalmente. Più che una scelta, si è trattato di un’evoluzione degli eventi che hanno incanalato la mia innata tendenza alla schiettezza e all’altruismo. Al contrario di quanto si potrebbe credere, essere un darkside è uno sporco lavoro. Almeno, lo è diventato negli anni. All’inizio, infatti, mi bastava una frase sussurrata al momento giusto per svilire un’autostima già debole. Ma poi, con l’età, la mia ospite ha iniziato la sua crociata contro di me, sviluppando una consapevolezza che si è andata rafforzando sulla base del nostro scontro. Eppure, non è questa la parte più difficile del mio ruolo. La cosa peggiore è l’ingratitudine. Ma sto divagando, non so se ho risposto alla sua domanda…]
[Interessante quest’aspetto dell’ingratitudine. Ci può spiegare meglio a cosa si riferisce?]
[Mi riferisco al fatto che vengo trattata come se fossi IL nemico, come una parte di sé da estirpare e rendere innocua. Il mio valore non viene riconosciuto, non c’è alcuna considerazione per l’aspetto curativo e rivoluzionario del mio ruolo. Alla lunga, è faticoso. Ma tempo fa la donna a cui dedico la mia vita mi ha scritto una specie di lettera, sa, in cui mi ringraziava. Se non fossi immune alle emozioni, mi sarei commossa]
[Per tutte le persone che la seguono con ammirazione e interesse, potrebbe chiarire in cosa consiste il suo lavoro? Come trascorre la sua giornata Mortifera — Morty per gli amici?]
[Detto in modo semplice, sono una demolitrice di autostima, un’abile artigiana del pensiero svalutativo. Il mio compito è quello di demotivare, affossare, limitare, tarpare le ali. Tronco entusiasmi sul nascere, mostro il bicchiere mezzo vuoto, ridimensiono al ribasso, minimizzo i successi e insinuo dubbi che logorano dall’interno. Per far ciò, mi sono dovuta specializzare in un linguaggio acido e talvolta scurrile, intrufolandomi nei pensieri più intimi per carpirne il meccanismo generativo e utilizzarlo a mio favore. È un lavoro di fine sensibilità psicologica, capacità di ascolto e acuta osservazione. Le mie giornate trascorrono in aperti battibecchi con la mia ospite ma agisco anche dietro le quinte, generando immagini e suggestioni poco gratificanti, facendo leva su paure e punti deboli. Impressionante, non trova?]
[Decisamente. La sua maestria è incontestabile. Siamo, però, curiosi di conoscere anche qualcosa di più personale rispetto a Morty: cosa le piace fare nel tempo libero? Quali sono le sue passioni?]
[Premesso che non stacco mai completamente la spina, perché purtroppo nel mio lavoro bisogna stare sempre all’erta, nel tempo libero mi piace ascoltare musica, preferibilmente dark. Nonostante il fatto che oggi sia un genere passato di moda, non riesco ad ascoltare quelle schifezze moderne. Non credo che il progresso abbracci tutti gli àmbiti della vita umana, sicuramente in campo musicale la sperimentazione ha causato una diaspora delle idee e una frammentazione delle competenze. Apprezzo comunque anche del buon jazz d’autore, purché non sfoci in ridicole contaminazioni, e qualche fado quando sono particolarmente di buonumore, ché altrimenti c’è da spararsi nei coglioni. La saudade portoghese espressa nel fado risuona con il mio animo delicato e inquieto. Sarà per questo che mi piace molto leggere poesia, soprattutto quella dei poeti crepuscolari. Ma qui siamo già in una zona di nicchia. Per il resto, passo molto tempo da sola a pensare — ça va sans dire — e a sfogliare riviste di moda, anche se resto sempre fedele al mio stile]
[L’improvvisa notorietà ha cambiato la sua vita?]
[La notorietà è arrivata in modo inatteso e improvviso con questo blog e certamente mi lusinga, non posso negarlo. Mi piace stare sotto i riflettori, quindi ben venga. La mia vita non è cambiata molto, anche perché l’alone di mistero intorno alla mia figura ne acuisce il fascino ma contemporaneamente preserva anche la mia privacy]
[Un’ultima domanda per i suoi ammiratori: c’è un amore nella vita di Morty?]
[Ha voglia di scherzare? Ho altro a cui pensare, io! Inoltre, sono molto esigente in fatto di partner. Non ho ancora trovato qualcuno che riesca a tenermi testa. Forse il mio destino è la solitudine, forse invece un giorno, chissà…]
[E su questa nota di speranza per tutti i suoi fan, ringraziamo Mortifera per l’intervista e le auguriamo di trovare presto l’amore]
— Se non l’avessi sentito con le mie orecchie, non ci avrei creduto. Cioè: ti sei intervistata da sola?!? Della serie: tu te la suoni e tu te la canti. Ma poi le domande! Che ego smisurato, sono sbalordita!
[Ma tu cinque minuti di cazzi tuoi mai, eh? Che vuoi? Sono molto carismatica, la notorietà arriverà. Mi sto solo esercitando, non voglio certo farmi trovare impreparata]
— Sai una cosa? Devo farmi furba: d’ora in poi comincerò a prendere esempio da te. “Imitare Morty per accrescere la mia autostima. Corso pratico in 6 settimane’’; dovrebbero bastare, no?
[Povera illusa, la mia autostima si fonda su caratteristiche oggettive, che non puoi imitare]
— Può darsi ma posso apprendere delle perle di comportamento. Anche se, qualora mi facessi una finta intervista da sola, penso che un TSO non me lo toglierebbe nessuno. A buon intenditor…
[Quindi io sarei pazza? Non ti rispondo nemmeno]
— E non rispondere! Attenta: la tua credibilità inizia a perdere colpi. E con questa storia dell’intervista ti sputtanerò da qui all’eternità. Ahahahahah!
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Anche il tuo darkside soffre di manie di protagonismo? Se è troppo esuberante e non sai come tenerlo a bada, Luke, io sono tuo padre è il servizio perfetto per te. Hai domande o dubbi al riguardo? Scrivimi, sarò felice di fare una chiacchierata con te (e con il tuo darkside).