Senso di colpa e responsabilità

Se esistesse un manuale delle emozioni di cui fare a meno, un posto d’onore spetterebbe al senso di colpa. Lo conosciamo tutte: a seconda della sua intensità, ci disturba il sonno, ci fa sentire un peso sullo stomaco, ci fa vivere con ansia e sudori freddi. Tra tutte le emozioni, il senso di colpa è una di quelle di cui diventiamo coscienti in modo autonomo: insieme alla vergogna, si inizia a sperimentare intorno ai tre anni di età, quando facciamo esperienza consapevole del concetto di recare un torto a qualcuno.

Per comprendere l’idea che sta alla base di questa emozione, l’etimo dell’italiano colpa non ci viene molto in aiuto. Più interessante è risalire all’origine dell’inglese guilt, derivato dal tedesco geld, che vuol dire “pagare i debiti”. E, infatti, il senso di colpa funziona, più o meno, così:

  • Violiamo una regola sociale e proviamo un senso di vergogna;
  • Ci angustiamo, preoccupandoci della “punizione” che riceveremo;
  • Per porre fine a quella sensazione spiacevole, ci affrettiamo a riparare il danno.

Viva il senso di colpa!

No, non sono impazzita: anch’io penso che sentirsi in colpa sia terribile. Tuttavia, esistono vari motivi per cui il senso di colpa è da considerare positivo:

  • Aiuta a convivere in modo pacifico con le altre persone. Guai se non esistesse il senso di colpa! È un’emozione che ci dissuade dal trasgredire una regola sociale condivisa da un gruppo di appartenenza. Senza il senso di colpa, ci mancherebbe una sorta di termometro interno che ci indica quando il nostro comportamento ferisce o prevarica un’altra persona.
  • Ci induce a compiere azioni positive. Sentirsi in colpa è una sensazione talmente insopportabile da spingerci a voler rimediare in tutti i modi. Anche nei casi in cui non è possibile farlo, la nostra coscienza ci porta a compiere delle azioni alternative e altruiste che possano supplire alla nostra mancanza e a fare ammenda.
  • Ci evita di perseverare nell’errore. Riparare alla nostra mancanza è faticoso e ci pone in una condizione di stress emotivo. La prossima volta che ci troveremo in una situazione simile, saremo in grado di riconoscerla e di comportarci in modo “giusto”, per non incorrere due volte nello stesso errore.
  • Ci sensibilizza sull’ingiustizia. Quando ci sentiamo in colpa, sappiamo che ciò è indicativo del fatto che c’è una persona che ha subito un torto. Siamo, cioè, perfettamente consapevoli di cos’è giusto o sbagliato nel nostro sistema di valori e riusciamo a riconoscerlo anche nel mondo intorno a noi.
  • Indica che siamo persone empatiche. Il senso di colpa non è ereditario o genetico ma si sviluppa durante l’infanzia. Provare senso di colpa significa essere in grado di mettersi nei panni degli altri e immaginarne la loro sofferenza. Il rimorso, l’emozione direttamente legata al senso di colpa, insieme alla vergogna, è una prerogativa solo delle persone sensibili.

Il senso di colpa che non ci fa bene

Fin quando restiamo nell’ambito della comunità, del vivere civile, il senso di colpa è gestibile e risponde alla sequenza: infrango una regola, facendo torto a qualcuno; provo rimorso; cerco di ripristinare il rapporto con la persona lesa, riparando al mio torto. Quando, però, ci spostiamo nelle dinamiche delle relazioni a due, è molto più complesso gestire il senso di colpa. Possiamo subire — o infliggere — il ricatto morale, ad esempio. Si fa leva sul desiderio dell’altro di vederci felici o di compiacerci e, in modo manipolatorio, si lavora per instillare il senso di colpa. Molti anni fa, quando vivevo a Napoli,  avevo una relazione a distanza con un ragazzo di Forlì. Quando decisi di porre fine alla relazione, lui mi telefonò in lacrime e mi disse: “se mi lasci, mi butto di sotto” (spoiler: che io sappia è ancora vivo e vegeto). Ok, è un esempio un po’ estremo ma penso che esprima bene il concetto. Il senso di colpa con le persone che amiamo è semplice da suscitare perché sappiamo perfettamente quali tasti toccare, i punti deboli dell’altra persona. E questo rende manipolatorio il meccanismo perché, pur di liberarci del senso di colpa, acconsentiamo a soddisfare i desideri di chi ci sta di fronte.

Sviluppare il senso di responsabilità

Il ricatto morale non è il solo senso di colpa che non ci fa bene. Molto spesso ci colpevolizziamo anche quando non c’è una persona a farci sentire in colpa. Ci sentiamo responsabili dell’infelicità o della felicità delle persone che amiamo perché sentirci in colpa è più tollerabile che provare un senso di impotenza. Non riusciamo ad accettare che non è una nostra responsabilità.

Partiamo da un assunto su cui siamo tutte d’accordo: ciascuno è responsabile per la propria vita e per le azioni che compie. Il corollario è che, pertanto, nessuna di noi è responsabile delle reazioni e dei comportamenti altrui. Ogni persona ha sempre più di una possibilità di scelta e ogni scelta implica delle conseguenze, a cui chi sceglie deve far fronte. Far ricadere su qualcun altro questa responsabilità è un atto manipolatorio. Non riconoscere questa responsabilità dell’altro e volerla assumere su di sé è negare il libero arbitrio.

Differenza tra colpa e responsabilità

L’etimologia di responsabilità deriva dal latino respondere e indica l’attitudine di rispondere, facendosi garanti, delle proprie azioni, nelle situazioni della vita in cui ci si trova. Lo ritengo un concetto importante per chiarire la differenza tra colpa e responsabilità. La colpa è una reazione a una situazione che provoca disagio, quindi è un atto passivo. La responsabilità, invece, è la scelta di operare sulla propria realtà facendosi carico delle conseguenze derivanti da tale scelta. È la piena espressione del proprio potere personale. Chi si assume questo potere è in grado di riconoscerlo anche negli altri. Prendiamo atto del fatto che non possiamo controllare tutto, lasciamo agli altri la responsabilità delle loro azioni, dei loro pensieri e della loro felicità. Occupiamoci, piuttosto, di essere responsabili di noi stesse e delle nostre azioni. E facciamo delle scelte costruttive per noi e per la comunità nella quale viviamo.

Forse stai pensando che è più facile a dirsi che a farsi e che tu nel senso di colpa ci sguazzi. Parliamone! Fissa la tua call gratuita. Magari posso aiutarti a (ri)scrivere le tue regole di vita. Perché l’unità di misura della tua vita — non dimenticarlo mai — sei sempre tu.

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