La vita comincia dove finisce la tua zona di comfort.
Tutto quello che vuoi è fuori dalla tua zona di comfort.
Le grandi cose non si trovano mai nella zona di comfort.
Quante altre frasi motivazionali conosci sulla comfort zone, con cui veniamo bombardate tutti i giorni? Le frasi e gli slogan motivazionali sono privi di consistenza: sono troppo generici, si rivolgono a tutti e a nessuno, non tengono conto dei singoli casi e delle eccezioni. E creano inutili e immotivate pressioni a chi, leggendole o ascoltandole, non si sente in grado di rispondere alle aspettative.
Connotazione negativa della zona di comfort
La zona di comfort è un luogo metaforico e mitico, lo stato mentale in cui ci sentiamo completamente a nostro agio. È il porto sicuro, in cui non devi preoccuparti di nulla, in cui stress e ansia sono ridotti al minimo. Negli ultimi anni la zona di comfort, nell’immaginario collettivo, è stata connotata in modo negativo. È considerata come una sorta di palude fangosa in cui si arena ogni possibilità di cambiamento, di miglioramento, di crescita. È il divano sformato su cui siamo da troppo tempo stravaccate a guardare la tv e a mangiare junk food, chiuse nella nostra tana da cui non si vede il mondo esterno. Ma è davvero così repellente questa zona di comfort?
La zona di comfort è un posto dove non ci piove dentro
La comfort zone è importantissima: ci consente di ripararci, di ricaricarci, di limitare lo stress, di lasciar decantare le emozioni, soprattutto quelle che ci fanno sentire sopraffatte. La zona di comfort è il luogo in cui la nostra creatività mette radici e nel quale si creano le basi per idee nuove. È lo spazio — personale e segreto — in cui possiamo prepararci per fare il nostro ingresso in quel “fuori” che ci appare talvolta spaventoso. È importante avere una zona di comfort anche fisica, un luogo sicuro a cui tornare. Se ti assicuri di avere il tuo nido confortevole in cui ti senti protetta, sarà più semplice mettere il naso fuori per vedere un po’ di mondo.
Zona di comfort, zona di apprendimento e zona di panico

Esiste un grafico che esprime in modo chiaro il concetto della zona di comfort. È composto da 3 anelli concentrici, al centro del quale c’è l’individuo. La zona di comfort è l’anello con il diametro più piccolo, e può essere più o meno ampio, a seconda della persona. Rappresenta la zona in cui ci sentiamo padrone di noi stesse e al sicuro. Fuori dalla zona di comfort, nel secondo anello, c’è la zona di apprendimento, che è la zona in cui sperimentiamo, quella in cui ci permettiamo di introdurre elementi nuovi. La zona di apprendimento è a portata della nostra zona di comfort. Se lavoriamo in modo progressivo sulle nostre paure, possiamo concederci di fare esperienza, allargando naturalmente l’anello della nostra zona di comfort. Il terzo anello è costituito dalla zona di panico: se esageriamo nell’andare troppo oltre la nostra zona sicura, lo stress diventa ingestibile. Nella zona di panico ci sono troppi elementi sconosciuti che non abbiamo gli strumenti per affrontare e, di conseguenza, ci blocchiamo.
Questa non è una crociata in difesa della zona di comfort
Sono una coach, dovrei invogliare le mie clienti a uscire dalla loro comfort zone, a superare i loro limiti, non è così? Sì e no. A me interessa che le mie clienti mettano in discussione le verità preconfezionate e ridefiniscano i loro personali significati. Mi sta a cuore che si mettano al centro di una vita che abbia le caratteristiche che loro stesse hanno scelto. Il mio obiettivo è portare le mie clienti a rompere le loro gabbie mentali. E a volte anche pensare di essere sbagliate perché non si ha la forza di uscire dalla zona di comfort è una gabbia mentale, perché risponde alla verità di qualcuno che sta facendo un percorso diverso. È naturale che io condivida l’idea che uscire dalla zona di comfort è utile e addirittura necessario per affrontare le proprie paure, ampliare la propria realtà, accogliere nuovi stimoli. Non contesto la validità di uscire dalla zona di comfort. Io contesto:
- L’assunto che la comfort zone sia deleteria per la crescita.
- La convinzione che le persone che restano nella zona di comfort siano pigre e incapaci di cambiare.
- La credenza che ci sia un’unica verità uguale per tutti.
L’unità di misura sei tu
Sei sempre tu a decidere cosa va bene per la tua vita. Non sarà la tua migliore amica, una frase letta online o il guru di turno a decidere se, quando e come è il caso di affrontare un cambiamento consapevole. Quello che puoi fare è ascoltarti davvero, senza interferenze esterne. Svuota la testa da tutto ciò che credi di dover essere. Parti sempre da te. Comincia a farti delle domande che possano chiarire le emozioni che senti.
- Cosa significa per te comfort?
- In quale fase della tua crescita ti trovi?
- Quali sono i tuoi bisogni in questo momento?
- Su quali aspetti ti sembra accettabile negoziare e su quali, invece, non vuoi transigere?
Le domande “giuste” sono importanti perché le risposte che ti dai possono chiarire la direzione che tu — e non un’altra persona — vuoi tracciare per te stessa. Non smettere mai di farti domande e di stabilire le tue regole. E, se nell’ambiente intorno a te c’è qualche messaggio che stona, che non ti risuona, puoi scegliere di non accoglierlo. Non vuol dire che tale messaggio sia sbagliato in senso assoluto: magari non ti è utile nella fase che stai vivendo.
Uscire dalla zona di comfort a modo tuo
Quando ho mollato il posto fisso per scegliere il mestiere di life coach, ho fatto un salto carpiato fuori dalla mia zona di comfort. Ma per fare quel salto, per evitare che nell’impatto con l’acqua potessi farmi male, mi sono preparata per anni. Allo stesso modo, sono convinta che uscire dalla zona di comfort sia possibile e auspicabile, purché lo si faccia per gradi, allargando l’anello intorno a noi. Più ampia è la tua zona di comfort, maggiore sarà la tua propensione a correre dei rischi per svoltare nella vita.
Un esercizio in 3 step:
STEP 1
Chiediti in quale area della tua vita ti preme mettere in atto un cambiamento. Una volta individuato l’obiettivo, ossia il cambiamento che ti motiva, pensa a 3 azioni che potresti fare per avvicinartici il più possibile. Devono essere 3 azioni che sono sfidanti ma che senti di poterti concedere, senza troppi sommovimenti emotivi. E fanne subito una.
STEP 2
Resta nella stessa area di cambiamento che hai individuato. L’azione del primo step non era propriamente fuori dalla tua zona di comfort perché, tutto sommato, non ti costava uno sforzo eccessivo. Questa volta aumenta la difficoltà, pensa a quale rischio ti senti di correre. Un rischio porta a misurarti con l’eventualità, per quanto remota, di non riuscire a raggiungere il tuo obiettivo: tienine conto.
STEP 3
Come ultimo step, prova a individuare un’azione che ti farebbe dire “manco morta!”. Se pensi a quell’azione, te la fai sotto perché significherebbe affrontare una delle paure più grandi che ciascuno di noi ha: la paura del fallimento. Prova però a compiere comunque quell’azione, senza pensarci troppo, senza lasciare che la paura ti paralizzi. Puoi farlo. E sai perché? Perché non stai facendo un salto in lungo dalla zona di comfort alla zona di panico. Sei andata per gradi, la tua zona di comfort è diventata più ampia. E ciò che fino a poco tempo fa era la tua zona di panico, adesso è la zona di apprendimento.
Questo è solo un esercizio e puoi scegliere di farlo con i tuoi tempi o di ignorarlo. Puoi restare nella tua comfort zone e decidere che va bene così, anche se il mondo fuori di te ti fa pressione e ti spinge a buttarti. Esci dalla tua zona di comfort, non uscirne, allargala. Ma qualunque sia la tua decisione, fallo a modo tuo.