Nel 2015 ho iniziato la pratica di scegliere, a fine anno, una parola che mi faccia da bussola e che funzioni da lanterna per illuminare l’anno che sta per iniziare. Per il 2019 ho scelto la parola successo. È stata una scelta meno ovvia di quello che può sembrare. Sapevo che il 2019 sarebbe stato un anno di grandi cambiamenti e che sarebbe stato, soprattutto, l’anno in cui avrei iniziato la mia attività di life coach. È naturale che ne auspicassi il successo. Non è stato, però, questo il motivo principale della mia scelta.
Cos’è successo
Quando voglio chiarire bene un concetto, parto dall’etimologia. Successo deriva dal latino succèssus, a sua volta participio del verbo succedere. Letteralmente vuol dire: che viene dopo. Indica il progresso di un evento o di una situazione nonché il suo buon esito. Ma il suo primo significato è avvenuto, accaduto. Ecco, per il 2019 volevo proprio questo: che accadessero molte cose. Mi auguravo un anno privo di staticità, un anno di evoluzioni e progressi, di obiettivi da perseguire e di mete da raggiungere. Se mi guardo indietro oggi, a metà del 2019, sono successe – o avvenute – molte cose. Ho aperto la partita iva, ho mandato online il mio sito, ho avviato la mia attività di life coach, ho seguito diversi corsi di formazione. Tanto altro deve ancora succedere, in parte già programmato – una formazione impegnativa, un viaggio, progetti in divenire –, in parte ancora da pianificare.
Cos’è il successo?
Tirando le fila, mi domando se ho abbracciato appieno il successo. Cos’è il successo? Cosa significa davvero? Se penso al successo, mi vengono in mente, d’istinto, persone famose, che hanno raggiunto una posizione sociale agiata, che hanno un lavoro di prestigio, macchine di lusso, vite mondane intensissime. Praticamente una soap opera degli anni ’80. E, infatti, non è un caso che i riferimenti colti della mia infanzia sono stati telefilm altamente educativi come Dallas e Dynasty.
Benché io mi ritenga una donna per molti aspetti “evoluta”, e pur avendo una scala di valori che non comprende i beni materiali come misura del benessere, non posso farci nulla: se penso a cos’è il successo, la prima immagine che vi associa la mia mente è quella delle riviste patinate. Questo perché formiamo la nostra visione del mondo in tenera età, assorbendo le idee – come cos’è il successo e cosa non è – dall’ambiente esterno. Innanzi tutto in famiglia, prendendo come modello i genitori o le figure adulte di riferimento. In secondo luogo, acquisendo in modo inconsapevole i valori sociali veicolati dai mass media e dalle pubblicità, due potenti mezzi che definiscono ciò che desideriamo e come ci vediamo.
Cos’è il successo per te?
Per fortuna, crescendo sviluppiamo lo spirito critico e impariamo a filtrare i messaggi che arrivano dall’esterno attraverso la visione del mondo che ci andiamo costruendo. Se ti chiedo cos’è il successo per te, sono certa che sarai in grado di darmi la tua personale definizione, e di includere in essa i tuoi valori e i principi che regolano le tue scelte etiche. Ma ti invito comunque a riflettere: non starai ancora assorbendo le idee di qualcun altro? Sei certa che si tratta proprio della tua visione o hai preso in prestito la visione di una persona che ritieni degna di ammirazione e che trovi allineata con il tuo sentire?
Non è una domanda provocatoria o fine a sé stessa. Per comprendere cos’è il successo – o qualunque altro concetto suscettibile di un’interpretazione soggettiva – per te devi prima interrogarti su cosa conta davvero nella tua vita. Devi essere, cioè, consapevole dei tuoi bisogni e dei tuoi desideri. Devi sapere che tipo di persona vuoi essere e, di conseguenza, capire quali sono gli obiettivi e i traguardi che vuoi raggiungere. Perché, alla fine, è di questo che si tratta: un successo è un obiettivo che sei riuscita a conseguire – sia esso guadagnare una certa cifra o andare a vivere in campagna.
Il successo come progressiva realizzazione
Proprio perché non esiste un’unica definizione di successo, ma ciascuno ne plasma una in base alla propria esperienza e ai propri valori fondanti, ho cercato le definizioni che del successo hanno dato personaggi famosi, per vedere se ce n’era qualcuna che risuonava particolarmente con me. Ne ho trovata una dello scrittore e speaker radiofonico Earl Nightingale, che mi ha colpito per un particolare: “il successo è la progressiva realizzazione di un obiettivo o un ideale di valore”.
A colpire la mia attenzione è stato l’aggettivo progressiva, abbinato al sostantivo realizzazione. Il successo, quindi, non è tanto il raggiungimento di un obiettivo che mi sta a cuore come meta finale ma il progresso, ciò che viene dopo, giorno per giorno. La progressiva realizzazione indica il percorso, il divenire. È l’esperienza e tutto ciò che imparo nel mezzo. È vivere la vita sapendo di avere una visione, uno scopo più grande a cui tendere, verso il quale posso progredire. È svegliarmi la mattina ed essere contenta del punto in cui sono, pur sapendo che non sono ancora nel punto in cui sarò domani, ma che sto progressivamente realizzando il mio sogno.
Non so dare una definizione univoca di successo ma posso dirti quali elementi non dovrebbero mancare nella tua: l’entusiasmo che ti accende e ti mantiene viva; una visione più ampia a cui tendere; progredire e quindi migliorare un giorno dopo l’altro; il dinamismo che continua a far succedere le cose.
In base a questi elementi, come formuleresti la tua definizione di successo?
Sono molto curiosa di scoprirlo: lasciami un commento oppure scrivimi in privato all’indirizzo ciao@giovannamartiniello.it.
2 risposte
Resta da capire come far interfacciare le visioni fra tanti .. fra molti disonesti, manipolatori e assetati di potere e di successo alla dinasty
Ciao Raffaella,
grazie per il commento.
Io credo che il punto sia proprio cosa ognuno di noi intende per successo. Perché gli arrampicatori sociali, le persone che ambiscono ad accumulare ricchezze senza farsi scrupoli ci saranno sempre. E quella sarà sempre la loro idea di successo.
Per fortuna possiamo scegliere su quali valori basare la nostra vita. E pazienza se la nostra visione non risuona con quella dei personaggi alla Dynasty. Almeno, per come la vedo io le visioni del mondo possono coesistere, purché una di esse non venga imposta a tutti gli altri.