Il mio darkside si chiama Mortifera. E il tuo?

Mortifera è il mio lato ombra, il mio alter ego simbiotico, opposto e speculare, la simpatica vocina che mi ricorda che non vado bene come sono. Benché sia stata con me per tutta la vita, l’ho conosciuta solo in tempi recenti, quando le ho permesso di palesarsi. Ma andiamo con ordine e cominciamo dal principio.

Come nasce un lato ombra

Se vado indietro con la mia memoria, riesco a spingermi fino al periodo dell’adolescenza, quando ho iniziato a sperimentare una serie di insicurezze, che si manifestavano come una sorta di sussurro dalle parti dello stomaco – o, almeno, a me sembrava di individuarlo lì. Poca roba, all’inizio: si trattava di frasi un po’ sconnesse ma che riuscivo comunque a captare. Dovevo essere interrogata in latino? Ecco il sussurro che mi diceva: “Fingiti malata, non sei abbastanza preparata”. Se mi piaceva un ragazzo, il sussurro prontamente borbottava: “Non pensarci nemmeno, figurati se guarda proprio te!”. Negli anni, quel sussurro è diventato una vocina, sempre giudicante, che non faceva altro che demolire i miei slanci e i miei entusiasmi. Ma, come si dice, it takes two to tango: se da subito non le avessi dato ascolto, quella vocina sarebbe rimasta per sempre il borbottio delle mie insicurezze. E invece io trovavo sensate e convincenti le sue parole, tanto da lasciare aperto uno spiraglio che le ha permesso di rafforzarsi. Per dovere di cronaca, devo informarti che nella zona affollata del mio stomaco aveva sede anche il mio fan club, ossia le voci positive che mi dicevano quanto fossi brava, altrimenti non sarei mai stata in grado di fare nulla di buono nella vita. Nonostante questo, ho dato corda al mio darkside, concedendole potere. E lei si è spaparanzata sulla poltrona che immagino abbia nei misteriosi anfratti del mio apparato digerente, e non se n’è più andata.

Come il mio lato ombra è uscito dall’oscurità

Qualche anno fa – avevo già superato di un bel po’ i 30 – stufa dell’influenza negativa che The Voice aveva su di me, ho iniziato a rispondere ai suoi attacchi. Nella mia testa l’ho battezzata Mortifera, per i suoi influssi non proprio celestiali, ed è così che è iniziato il nostro rapporto complicato. Mortifera è poco più che adolescente, di una bellezza diafana e un po’ gotica, ha sempre un’espressione imbronciata, quando non scazzata, e possiede un ego smisurato. Mi dà un sacco di consigli non richiesti su come dovrei vivere la mia vita e mi giudica in continuazione su qualunque aspetto di me. Ovviamente lei ha sempre ragione. Nel momento in cui ho cominciato a pensare al mio lato ombra come a un personaggio reale, ho potuto portare l’interazione con lei su un piano di scambio. In un certo senso avevamo un rapporto alla pari, potevo iniziare un dialogo interiore con un codice di cui io avevo la chiave d’accesso. Mi era molto chiaro che Mortifera non esisteva davvero, che fungeva da espediente: averla “umanizzata” le ha tolto potere. Se Mortifera viveva dentro di me come alter ego, potevo rispondere alle sue provocazioni, controbattere, smontarla. Non ero più costretta a subire ma diventavo parte attiva. È così che ha smesso di vincere sempre lei.

Come portare alla luce il tuo darkside

Tutti abbiamo un lato ombra, che ne siamo o meno consapevoli. E non per tutti esso si manifesta con le stesse modalità. Sei pronta per dar vita al tuo?
  • Mettiti in ascolto. Prima di ogni altra cosa, impara a formulare a parole le critiche che ti muove il tuo lato ombra. Su quali ambiti della tua vita o della tua persona si focalizza? Questa fase è importante per definire il linguaggio che utilizza, il modo in cui ti parla.
  • Costruisci l’identikit del tuo antagonista. Adesso che sai come si esprime, prova a immaginarne le sembianze. Chiediti, innanzi tutto, se è un uomo o una donna, quanti anni ha, che lavoro fa. Devi riuscire a vedere il tuo personaggio, a visualizzarne i dettagli. Più dettagli riuscirai a individuare, più realistica sarà l’interazione.
  • Aggiungi qualche tratto distintivo. Solo tu conosci bene il tuo darkside: cos’ha di diverso o speciale? Cammina sui tacchi? Ha la erre moscia? È miope? Ha un motto o un intercalare? Rendi al tuo personaggio la sua personalità, affrancalo da te. E “battezzalo” con il suo nome.
  • Passa all’azione. Ora che hai il tuo antagonista, cosa puoi farne? Io con Mortifera ci ho dialogato all’interno di un blog. Le conversazioni erano strampalate e spesso polemiche ma parlare con lei mi ha aiutato a conoscerla meglio, a comprendere il suo punto di vista. Un metodo sempre efficace è il diario: potresti tenere un quaderno su cui sfogarti quando proprio non sopporti più la sua vocina. Ma se ti piace disegnare, puoi inventarti un fumetto. Oppure ancora puoi parlare con lui/lei davanti allo specchio del bagno, prima di lavarti i denti.
Mortifera e io abbiamo tuttora un rapporto conflittuale ma lei è una parte importante di me, senza di lei io non sarei la persona che sono. Anche per questo le voglio bene (ma è meglio che lei non lo sappia). E tu cosa puoi dirmi del tuo lato ombra? Quale personaggio è venuto fuori dall’esercizio che ti ho suggerito? Se ti va, vieni a raccontarmelo nei commenti: non vedo l’ora di conoscerlo!
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