Storytelling emozionale: cos’è e come funziona

Viviamo in un mondo di storie. Noi stesse siamo fatte di storie, delle nostre e di quelle delle altre persone. Le storie ci fanno piangere, ridere, commuovere. Ci ispirano, ci motivano, ci rendono vulnerabili. Immedesimandoci nelle storie degli altri, viviamo vite parallele e ci sentiamo migliori.

Questo l’hanno capito anche le grandi aziende, che da alcuni anni usano l’emotional storytelling, lo storytelling emozionale, per costruire intorno ai loro brand un immaginario in cui le persone possano identificarsi e diventare community.

Che cos’è lo storytelling emozionale

La definizione è semplice: per storytelling emozionale si intende la pratica di raccontare storie che facciano sentire bene chi ne fruisce e che riescano, in questo modo, a coinvolgere un largo pubblico. Lo storytelling emozionale si basa sulle emozioni cosiddette positive, cioè quelle che non creano alcun conflitto nella sfera emotiva delle persone.

Quali sono le emozioni “positive” su cui fa leva lo storytelling emozionale

  • La gioia. Un’emozione che spazia dalla felicità, al divertimento fino alla beatitudine interiore.
  • La gratitudine. Provare una sensazione di pienezza per qualcosa che qualcuno ha fatto o detto, e poterla esprimere, per molte persone è assimilabile alla felicità.
  • La serenità. È spesso un’emozione “alta” perché è associata alla pace interiore, al momento perfetto, al benessere psicoemotivo nel qui e ora.
  • L’interesse. Spesso non viene considerato un’emozione ma è fonte di positività, quando ci consente di focalizzarci su qualcosa per un lasso di tempo più o meno lungo, senza farci distrarre da ciò che abbiamo intorno.
  • La speranza. È una delle emozioni più intense e ci aiuta ad affrontare i momenti difficili. Talvolta, in situazioni estreme, è l’unica emozione positiva che alcune persone riescono a provare.
  • L’orgoglio. Tradizionalmente non è considerato positivo ma in questo contesto indica l’essere fieri e soddisfatti per aver raggiunto un traguardo.
  • Il divertimento. È un’emozione più specifica della gioia perché indica quella sensazione di completa rilassatezza e leggerezza legata alla risata.
  • L’ispirazione. È l’emozione che ci porta ad ascoltare le esperienze delle persone che ce l’hanno fatta. Vogliamo in qualche modo imitarle, seguire il loro esempio.
  • Lo stupore. È l’emozione mista di gioia e incredulità che proviamo di fronte agli spettacoli della natura o a eventi inattesi e bellissimi.
  • L’amore. L’emozione che muove il mondo, può essere rivolta nei confronti di una persona ma anche verso un luogo o un’idea.
  • L’altruismo. Aiutare le altre persone ci fa stare bene. Allo stesso modo, stiamo bene anche quando a suscitare quest’emozione è un racconto.
  • Soddisfazione. È la sensazione di appagamento che proviamo quando raggiungiamo un obiettivo o un’impresa che ci sta a cuore.
  • Sollievo. È l’emozione che ci consente di rilassarci dopo aver scampato un pericolo, reale o percepito.

Perché lo storytelling emozionale funziona

Quando fanno storytelling emozionale, i grandi brand tendono a suscitare nella loro audience una di queste emozioni “positive”. Quale emozione dipende, naturalmente, dal tipo di brand, dal tipo di narrazione che ha scelto di portare avanti e dall’obiettivo specifico di una campagna pubblicitaria o di un’altra azione di marketing. Lo storytelling emozionale funziona per due motivi:

  • Per il pubblico — perché le persone amano sentirsi bene, provando una di queste emozioni positive. È stato dimostrato che lo storytelling emozionale rilascia ossitocina nel cervello di chi ne fruisce.
  • Per le aziende — perché un messaggio positivo non può essere contestato. Se un’azienda afferma “il mio prodotto è il migliore sul mercato” si presta a eventuali smentite. Ma se presenta uno spot in cui il proprio prodotto resta sullo sfondo di una storia coinvolgente, non sta affermando nulla apertamente, piuttosto lega il proprio prodotto a un messaggio positivo.

Perché dovresti usare anche tu lo storytelling emozionale

Partiamo da un dato di fatto: le persone sono interessate a conoscere la storia dietro ai brand, anche di quelli “piccoli”. Aggiungiamoci un altro dato di fatto: le emozioni giocano un ruolo principe nelle scelte dei consumatori. Questo vuol dire che lo storytelling emozionale funziona e, quindi, serve. Anche se non sei a capo di una grande azienda, puoi usare lo storytelling emozionale per raccontare il tuo brand sui social media o attraverso i tuoi canali proprietari. Per capire su quali emozioni positive puntare hai bisogno di un po’ di tempo per sondare il tuo pubblico di riferimento. In generale, alle persone piace essere ispirate, motivate a fare meglio, intrattenute. Prova a fare dei test e a chiedere un riscontro diretto alla tua audience.

Come puoi usare lo storytelling emozionale nel tuo racconto di brand

Prendendo spunto dalla comunicazione dei grandi brand, ti propongo 5 tipi di storie che puoi raccontare al tuo pubblico, in base al messaggio che vuoi trasmettere.

#1. Anch’io condivido i tuoi stessi valori

I valori connettono le persone e sono un punto di contatto privilegiato con i brand. Spesso anzi sono i clienti a diventare ambassador dei grandi marchi perché ne condividono prese di posizione e ne sposano le cause. Per questo motivo dovresti porre molta attenzione quando scegli i valori del tuo brand. Impara a veicolarli, raccontando storie che li facciano emergere, così che il tuo pubblico possa conoscerli, abbracciarli e trasformarsi in fan base.

#2. Ti conosco, ti capisco

Uno dei bisogni fondamentali di ogni essere umano è il bisogno di riconoscimento: essere visti, sapere di esistere e di essere importanti. Quando i grandi brand individuano questo bisogno, le loro campagne sono sempre un successo. Nel tuo piccolo, se conosci bene la tua cliente ideale, puoi creare contenuti che la facciano sentire protagonista, che le facciano pensare “sta parlando proprio a me!”. Se una potenziale cliente pensa che la vedi, che la comprendi profondamente, si ricorderà di te nel momento dell’acquisto di un prodotto o un servizio.

#3. Posso semplificarti un po’ la vita

I grandi brand lo sanno: uno dei mali della nostra epoca è la mancanza di tempo. Abbiamo vite complicate, straripanti di impegni di ogni sorta. Quando un brand ci mostra come può semplificarci la vita, prestiamo molta attenzione. È così che in casa mia è entrato un robot aspirapolvere. Che tu venda prodotti o servizi, spiega nel dettaglio il beneficio pratico che puoi portare nelle vite della tua potenziale cliente. Meglio, mostraglielo! Non per forza con un video ma anche con testimonianze di altre clienti o con esempi molto concreti.

#4. Ci sono passata anch’io, so come ti senti

A volte ci sentiamo la pecora nera della famiglia, ci sembra di aver fatto una stupidaggine o di aver compiuto passi azzardati. E ci sentiamo le uniche al mondo. Quando un brand ci mostra il contrario e ci fa vedere che altre persone ci sono passate prima di noi, all’improvviso ci sentiamo meno sole, meno “sbagliate”. Anche nel tuo business puoi rassicurare la tua cliente ideale, raccontando storie di vita vissuta che mostrano una scelta impopolare o che raccontano un errore. A questa parte deve sempre seguire la rassicurazione: so come ti senti perché ci sono passata e, proprio perché ci sono passata, so che ne uscirai, che andrà bene.

#5. Conosco i tuoi sogni (e li incoraggio)

Tutte noi abbiamo sogni chiusi a doppia mandata in cassetti polverosi. Non ci autorizziamo a tirarli fuori, non ci sentiamo pronte o all’altezza. Quanto sono belli quegli spot che ci mostrano la realizzazione di un sogno! All’improvviso siamo galvanizzate e vorremmo spaccare il mondo. Anche nel tuo racconto di business puoi infondere quel tipo di emozione positiva. È un po’ come dire “non solo incoraggio il tuo sogno ma posso aiutarti a coronarlo o posso accompagnarti per un pezzo”. Oro puro.

Questi sono solo possibili esempi di storytelling emozionale. Ricordati sempre di avere un obiettivo chiaro dietro ogni racconto. È vero che lo storytelling emozionale si basa sull’empatia ma scrivere testi emozionali che generino empatia resta un obiettivo vuoto, se non è supportato da un’azione concreta — e per concreta intendo misurabile.

Ti ricordo che se hai bisogno di una mano per costruire un racconto intorno al tuo brand, il mio percorso Ogni storia è illuminata è in promozione. Rendiamo il tuo storytelling più emozionale!
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2 risposte

  1. Ciao!
    Mi chiamo Flavia e il tuo blog mi piace molto! Sono un’educatrice socio pedagogica e mi piacerebbe raccontare la mia storia personale e professionale per iniziare a lavorare in modo autonomo!
    Partirò seguendo i tuoi consigli!
    Grazie!

    1. Ciao Flavia,
      sono proprio contenta che i post del mio blog ti siano utili.
      In bocca al lupo per la tua nuova attività!
      A presto,
      Giovanna

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