Praticare il journaling con costanza ha un sacco di aspetti benefici.
La scienza ci assicura che il journaling, tra le altre cose, ci aiuta a:
- ridurre lo stress e gestire l’ansia
- entrare in contatto con le nostre emozioni
- identificare e riconoscere pattern ricorrenti nei nostri comportamenti
- approfondire la consapevolezza e la conoscenza di noi stesse
- fare chiarezza e trovare soluzioni.
C’è, però, un altro beneficio del journaling di cui si parla troppo poco: il journaling ci apre una stanza tutta per noi.
Il journaling è uno spazio fisico e figurato
Per come la vedo io, il journaling mette insieme due elementi inscindibili: spazio e tempo. Il taccuino che usiamo per il journaling è, infatti, uno spazio. Ha un confine fisico, delimitato dalle sue dimensioni e dal numero di pagine. Ma è anche un portale: quando apriamo il nostro journal, ricreiamo uno spazio simbolico, immaginato, una stanza allegorica in cui siamo sole con noi stesse, senza filtri. Non abbiamo più bisogno di esistere in base a un ruolo o in funzione di ciò che qualcun altro pensa di noi. In quella stanza siamo libere di sperimentare nuovi modi di essere, di farci domande scomode e andare in profondità, oppure di abbandonarci al gioco e alla leggerezza. Il tutto senza giudizio.
Journaling e tempo per sé
Tenere un journal implica anche, se non innanzi tutto, prendersi tempo per sé. Spesso ci troviamo a dire “mi ritaglio del tempo per me”, come se i momenti che dedichiamo a fare le cose che ci piacciono fossero un lusso, un capriccio. E quindi ci sembra che quel tempo dobbiamo quasi rubarlo, sottraendolo alle varie task delle nostre infinite to-do list. Facciamo fatica a identificare quel tempo come importante, prioritario. Eppure, sono proprio gli istanti di nutrimento a renderci più produttive anche nella vita pratica. Proviamo allora a cambiare prospettiva, smettiamo di dire “mi ritaglio” del tempo per me stessa e diciamo, invece, “mi dedico”.
Come puoi rendere il journaling una stanza tutta per te
Sulla base della mia esperienza, voglio condividere qui alcuni suggerimenti che possono aiutarti a rendere la tua pratica di journaling più costante.
- Porta il tuo journal sempre con te. Se è vero che la stanza del journaling è il taccuino che scegli per questa pratica, allora ti basterà averne uno sempre in borsa per poter annotare i tuoi pensieri dovunque tu sia.
- Tieni il tuo journal sempre a portata di… sguardo. Non sai mai quando ti coglierà la voglia di aprire il tuo journal. Se lo tieni sulla scrivania in bella vista mentre lavori, le probabilità che tu lo usi almeno una volta al giorno aumentano in modo esponenziale. Prova e vedrai.
- Evita le distrazioni. Nella stanza del journaling hai il diritto, più che il bisogno, di non essere disturbata. Quindi, quando scegli di dedicarti a scrivere sul tuo journal, fa’ in modo di tenere il telefono in modalità aereo e di poterti isolare. L’ideale sarebbe trovarti in un luogo tranquillo in cui puoi restare in solitudine. Se questo non è possibile, procurati delle cuffie che attutiscano i suoi esterni e che puoi utilizzare anche per mettere in sottofondo della musica rilassante (o cazzuta, perché no), o magari i suoni della natura o il brown noise.
- Abbina il journaling a una routine consolidata. Se vuoi cominciare a fare journaling con regolarità, può aiutarti abbinare questa nuova azione a un’abitudine che hai da molto tempo. Ti verrà molto più facile e naturale dedicartici. Per esempio, se al mattino hai l’abitudine di prenderti 10 minuti per goderti un caffè (o un tè, se sei come me) in santa pace, potresti approfittare di quel tempo per scrivere sul tuo journal. L’azione di prendere il caffè farà da àncora per creare una nuova routine. E poi chissà, la routine potrebbe anche diventare un rituale — e potenziare, ancor di più, il significato che dai al journaling nella tua quotidianità.
Due esercizi di journaling da fare nella stanza tutta per te
Se hai cominciato da poco a tenere un journal o se vuoi iniziare ma non sai come, ti suggerisco due esercizi facili, facili.
- Prova il freewriting. Partiamo da un grande classico, un esercizio semplice che dà molte soddisfazioni. Imposta un timer da 10 minuti e poi comincia a scrivere, senza mai fermarti né staccare la penna dal foglio, tutto quello che ti viene in mente in stile flusso di coscienza. E se non ti viene in mente nulla? Scrivi “non so cosa scrivere, non mi viene in mente nulla”. Dopo un po’ la tua mente produrrà pensieri e tu potrai seguirne il filo. Questo esercizio si usa anche quando ti viene l’ansia della pagina bianca. Ti aiuta a sbloccarti e a uscire dal loop “oddio, non so cosa scrivere”.
- Continua tu. Scrivi sul tuo journal una citazione, una frase motivazionale, il testo di una canzone che è in grado di infonderti coraggio e senso di speranza. Sarà il tuo incipit. Imposta un timer da 7 minuti e continua a scrivere. Come stai, subito dopo? È un esercizio che ti consiglio per quelle giornate in cui ti senti un po’ fuori fuoco e hai bisogno di una dose di ispirazione.
[Trovi altri esercizi da fare con l’uso di un timer, in questo post in cui parlo della scrittura a tempo.]
Le regole del journaling le fai tu
Ci tengo a dirti qualcosa che forse sai già, ma che preferisco non dare per scontato: non devi per forza scrivere. Scrivere è solo uno dei modi in cui tenere un journal. Potresti tenere un visual journal, fatto di immagini che ti ispirano e che esprimono il mood di una giornata, di un periodo, di una scelta che stai per compiere. Oppure sul tuo journal potresti incollare sticker e washi tape o ritagli di giornale, fare collage, collezionare ricordi cartacei (bustine di tè, biglietti di autobus, post-it lasciati sul frigo…). Io, per esempio, tengo un journal che definisco anarchico, perché non segue regole. Per me il journaling è un’occasione per frequentarsi meglio, per cui assecondare quello che si ha voglia di fare e di sperimentare è sempre la decisione migliore.