Come funziona la tua creatività?

Se pensi di essere tutto fuorché una persona creativa, sappi che sei in ottima compagnia. Persino io, che ritengo di aver fatto un percorso di consapevolezza rispetto a questo tema, mi sorprendo ancora quando qualcuno mi dice “come sei creativa!”. C’è sempre quella vocina nella mia testa che mi sussurra che no, non sono creativa per niente.

Se non riteniamo di essere creative è per la solita storia, cioè perché confondiamo l’essere creative con l’essere artiste. Ma dipende anche dal fatto che ci siamo convinte che esista un unico modo di essere creative. Quanto meno, un modo “giusto”. Se la scienza ci dimostra che tutte le persone sono potenzialmente capaci di allenare la loro creatività, quello che ci manca è un elemento importante: capire come funziona la nostra creatività, come si manifesta, in quali circostanze siamo in grado di esprimerla al meglio.

Ma, in fin dei conti, a cosa serve la creatività?

La creatività è uno di quei concetti astratti che, in apparenza, hanno pochi risvolti pratici. A ben guardare, però, la risposta creativa emerge sempre rispetto a un problema, che porta con sé un quesito. Ossia, ci facciamo una domanda e cerchiamo soluzioni. La nostra creatività si mette in moto anche in situazioni quotidiane. Ti faccio qualche esempio.

  • Problema: voglio ridipingere la parete dello studio. Quesito: come lo faccio?
  • Problema: voglio sistemare i libri sugli scaffali. Quesito: come procedo?
  • Problema: voglio cucinare un piatto diverso dal solito. Quesito: quale ricetta posso sperimentare?

La risposta al quesito è la nostra soluzione creativa. Ecco, allora, che la creatività diventa qualcosa di molto pratico.

Le 4 fasi del processo creativo

Nel 1926, Graham Wallas, esperto di psicologia sociale e co-fondatore della London School of Economics, codificò il processo creativo, sintetizzandolo in 4 fasi. Il modello di Wallas è ancora oggi in uso, con qualche variante (c’è chi individua quattro, cinque o sei fasi) e descrive il modo in cui la nostra mente funziona quando deve trovare una soluzione creativa a un problema. Questo processo include non solo le idee ma anche il pensiero critico e l’azione. In termini moderni, potremmo dire che il modello di Wallas spiega le fasi del problem solving.

Il modello di Wallas è strutturato in questo modo:

  1. Preparazione. È la fase in cui ci si focalizza sul problema. Lo analizziamo sotto diverse angolazioni, ne evidenziamo i punti critici, azzardiamo perfino delle possibili soluzioni. Il tutto in via ancora molto teorica. In questa prima fase ci stiamo misurando con il problema, lo stiamo conoscendo in tutti i suoi aspetti.
  2. Incubazione. È la fase in cui ci allontaniamo dal problema, smettiamo di pensarci, lasciamo sedimentare tutto quello che abbiamo appreso o ipotizzato nella fase di preparazione. È quel tipico momento in cui ci vengono altre idee mentre facciamo una passeggiata o ci laviamo i capelli, per capirci. Ti è mai capitato di sognare un’idea? Ecco, vuol dire che era in fase di incubazione.
  3. Illuminazione. È la fase dell’epifania, del lampo di genio, quello che gli anglofoni chiamano a-ha moment o eureka moment. Non si tratta però di un insight che arriva in forma di luce divina, così dal nulla. Segue, infatti, le due fasi precedenti ed è essa stessa considerata una fase. Questo vuol dire che non dura solo un istante ma che, per arrivare a quell’istante, la mente ha messo insieme una serie di informazioni combinandole in modo… creativo.
  4. Verifica. Una volta formulata, l’idea va testata. A volte delle idee che, sulla carta, sembrano spettacolari, nell’applicazione pratica mostrano delle falle o risultano meno brillanti. La fase di verifica è utile a comprendere se la nostra idea funziona così com’è o se ha bisogno di aggiustamenti.

Fai l’identikit della tua creatività

E fin qui ci siamo, questa è la teoria. Peccato che sapere come funziona, in astratto, il processo creativo non ci risolva la vita. È molto più utile, secondo me, capire nella pratica come funziona la creatività per ogni persona. Perché va bene che il processo creativo è, più o meno, lo stesso, però ogni individuo ha i propri tempi e i propri “detonatori creativi”. Per questo motivo, ti suggerisco un esercizio di osservazione. Pensa ai momenti in cui hai sperimentato la famosa scintilla creativa e a quelli in cui, invece, hai avuto il classico blocco creativo. Poi prova a rispondere a queste domande:

• Cos’è la creatività per te?

Ricordati sempre di partire dalla tua definizione dei concetti. Quali caratteristiche deve avere, dal tuo punto di vista, la creatività? E quale funzione ha nella tua vita? Quando avrai trovato la tua definizione, appuntala nel tuo journal o in un posto in cui puoi averla a portata di mano. E ricorda: non è una definizione fissa, è possibile che cambi nel corso del tempo, come tutto quello che si evolve insieme a noi.

• In quali occasioni senti di essere più creativa?

Prova a pensare a situazioni ricorrenti nelle quali ti è sembrato che le idee fluissero più copiose o più vivide. Stavi lavando i piatti? Stavi chiacchierando con un’amica?

• Ci sono dei luoghi che favoriscono le idee?

Oltre alle situazioni, anche i luoghi possono favorire il manifestarsi delle idee. C’è chi si rifugia nella natura, chi sotto la doccia. Quale luogo favorisce il tuo processo creativo?

• Di cosa si nutre la tua creatività? Quali sono le suggestioni che la alimentano?

Le idee creative non vengono fuori dal nulla ma spesso sono una combinazione azzardata di qualcosa che esiste già (mai sentito parlare di idea sex?). Trova i mondi che solleticano la tua ispirazione. Sei appassionata di graphic novel? Hai una fissazione per il Giappone? Fai il pieno di carburante per le tue idee.

• Quali sensi sono più ricettivi e possono aiutarti a stimolare nuove idee?

Quando hai un’illuminazione, a farla scattare è un profumo? Un’immagine? Una sensazione sulla pelle? Una musica? Un sapore intenso? Ogni persona reagisce a stimoli diversi. Io, per esempio, quando devo creare accendo una candela profumata. E tu?

• Cosa impedisce alla tua creatività di fluire liberamente?

La domanda più difficile l’ho tenuta per ultima. Spesso ci convinciamo di non essere creative perché qualcuno in passato ci ha preso in giro o ci ha etichettato come persone pragmatiche, o chissà cos’altro. A tarpare le ali della tua creatività può essere la paura del giudizio esterno o la convinzione di doverti conformare al concetto di creatività che ha dato qualcun altro — ehi, è a questo che serve avere la tua definizione di creatività! Insomma, sgama il trigger e depotenzialo. Le pippe mentali anche no, grazie!

Sapere come funziona il tuo processo creativo ti aiuterà a favorirlo e incoraggiarlo in tutte quelle occasioni in cui l’ispirazione latita.

Un’ultima cosa: se ritieni che la creatività sia il tuo punto debole, magari ti interessa leggere come il silenzio possa diventare uno strumento creativo.

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